Un'area da 2 miliardi: che ne faremo? Sono passati 43 anni anni e le grandi attese sembrano deluse pensando al banale centro commerciale che si vorrebbe realizzare. Nel febbraio del 1971 circa duecento leccesi, dinanzi alle sorridenti Autorità Cittadine e a "qualche consigliere deluso", assistono alla demolizione della Caserma Massa. Già all'epoca si invocava un concorso di idee, "si chiami seriamente più di uno capace a dar consigli" per dare al luogo un aspetto "nuovo, solenne, dignitoso, rinverdito, sapientemente innestato" (da La Voce del Sud, 6.2.1971). Buona lettura!
Il blog di Alessandro Presicce
Un blog attento e curioso: uno spazio per immagini, riflessioni e appunti che val la pena di salvare dal flusso caotico della quotidianità.
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venerdì 11 aprile 2014
giovedì 10 aprile 2014
Piazza Schipa: un luogo dell'anima della città
Bellissima e strana questa nostra
città, da sempre vittima di una irresistibile coazione a ripetere
gli errori, sempre pronta a distruggere pezzi di sé e a sacrificare
sull'altare di quello che si chiamava decoro urbano (e oggi si
maschera sotto una malintesa idea di “riqualificazione urbana”)
ciò che ha di più prezioso. Per limitarci agli ultimi due secoli e
al centro storico, non possiamo non ricordare la demolizione della
storica Porta San Martino (1826), della chiesa delle Paolotte
(1913-17) e delle decine e decine di chiese e cappelle distrutte
entro le mura (nel 1885 se ne contavano più di 80, oggi non più di
una trentina!), la demolizione dei portici di ispirazione veneziana
in Piazza Sant'Oronzo e così via. Nel 1971, per venire quasi ai
nostri giorni, la città si privava senza alcuna ponderazione di un
altro pregevole edificio, il convento francescano di Santa Maria del
Tempio. Eretto nel 1492 in un punto di congiunzione tra le antiche
strade che portavano ai porti di Roca e San Cataldo, esso ha
costituito per 500 anni un luogo nel quale i leccesi hanno pregato,
si sono curati, sono stati sepolti. Oggi sembra che si voglia
completare l'opera distruttiva che fu avviata 43 anni fa per far
posto ad un centro commerciale con parcheggio interrato multipiano.
da www.fondazioneterradotranto.it |
Insieme al Comitato di
cittadini che ha in questi ultimi mesi colmato quel gap di
democrazia e di informazione che questo progetto scontava, mi piace
pensare che in quell'area possa tornare a vivere la città e che la
Tettoia Liberty, lungi dall'essere squalificata a tenda parasole di
un centro commerciale, di un non-luogo, e ridotta a mero
orpello decorativo, possa tornare lì a brulicare di vita, di
incontri, ad essere abitata dal mercato delle erbe che la città
merita. E' legittimo sognare tutto questo per la propria città? Sono
sicuro di sì e auspico che la città che si candida a Capitale
Culturale d'Europa voglia delocalizzare il centro commerciale e i
suoi parcheggi e regalarsi un nuovo spazio di socialità in quel
luogo dell'anima che si chiama piazza Tito Schipa.
Articolo pubblicato su Quotidiano di Puglia, pag. 9, del 09.04.2014
Articolo pubblicato su Quotidiano di Puglia, pag. 9, del 09.04.2014
martedì 8 aprile 2014
L'area ex Massa non è un "vuoto", ma un luogo-simbolo della città
L'intervento di riqualificazione che meriterebbe Piazza Tito Schipa è uno di quegli interventi che per vastità, centralità ed importanza strategica e storica potrebbe riqualificare un'intera città, potrebbe davvero dar lustro ed aggiungere bellezza e qualità ad un intero tessuto urbano. Lecce merita da tempo la realizzazione di un progetto modello, davvero convincente, in linea con i migliori standard europei di progettazione urbanistica. Un'area di quasi 8000 mq in pieno centro, a pochi metri dalle mura del Castello, potrebbe infatti diventare, se ben utilizzata, un elemento di pregio urbanistico per la Lecce del futuro. Chi progetta sa bene che progettare significa non solo valorizzare l'esistente, ma possibilmente costruire i “beni culturali” delle prossime generazioni.
Ma il project-financing nell’area ex Massa attualmente in campo, purtroppo, non ha questo respiro, appare datato e non guarda ai secoli a venire. Lo comprende un profano della materia come me; lo dice molto meglio il Soprintendente di Lecce arch. Canestrini che ritiene l'intervento proposto dalla ditta attuatrice un progetto di “scarsa qualità”, aggiungendo che i suoi uffici forniranno alla ditta dei modelli di pianificazione paesaggistica d'eccellenza, degni di quell'area preziosa. Provate a cercare delle immagini di Piazza della Pilotta a Parma o del parco di Ostia Antica! Il progetto in campo appare invece nulla più del solito centro commerciale: non-luogo per eccellenza di cui la città non ha bisogno, con l'aggravante di un parcheggio interrato di tre piani al posto degli scavi archeologici che hanno messo in luce le fondazioni del quattrocentesco convento di S. Maria del Tempio.
Anche la Tettoia liberty appare mortificata a ruolo di puro orpello decorativo, installata in posizione sospesa a copertura di una terrazza. In più, la realizzazione di 500 posti auto a 300 metri da Piazza Sant'Oronzo è figlia di un'idea stravecchia: invita chiunque arrivi alle porte di Lecce a tentare l'avventura della ricerca del parcheggio in centro, non tiene conto insomma che in tutta Europa l'obiettivo è quello della “città senza auto”, con i parcheggi di interscambio rigorosamente ai margini dell'abitato.
Oggi finalmente un gruppo di cittadini, di intellettuali, di urbanisti, di storici, di semplici amanti della città sta informando la città sul progetto e chiedendo all'Amministrazione e alla ditta attuatrice del project-financing uno sforzo in più. Sta chiedendo di alzare il livello delle scelte a quegli standard qualitativi europei cui una candidata a Capitale Culturale dovrebbe aspirare. Domenica mattina, nei pressi del maestoso albero di phyitolacca che si trova su viale Marconi, proprio tra il Castello e gli scavi archeologici, si riuniranno i cittadini che hanno a cuore le sorti di quel prezioso spazio urbano, che non è un “vuoto” come viene scritto nella relazione del project-financing, né un “refuso urbano”, ma un luogo densissimo di storia da recuperare al più presto alla città. Attraverso letture di poesie, musica e interventi di esperti verrà presidiato un luogo simbolo di Lecce, per il quale è giusto chiedere molto di più di un banale centro commerciale.
Articolo apparso su La Gazzetta del Mezzogiorno del 5.4.2014
Ma il project-financing nell’area ex Massa attualmente in campo, purtroppo, non ha questo respiro, appare datato e non guarda ai secoli a venire. Lo comprende un profano della materia come me; lo dice molto meglio il Soprintendente di Lecce arch. Canestrini che ritiene l'intervento proposto dalla ditta attuatrice un progetto di “scarsa qualità”, aggiungendo che i suoi uffici forniranno alla ditta dei modelli di pianificazione paesaggistica d'eccellenza, degni di quell'area preziosa. Provate a cercare delle immagini di Piazza della Pilotta a Parma o del parco di Ostia Antica! Il progetto in campo appare invece nulla più del solito centro commerciale: non-luogo per eccellenza di cui la città non ha bisogno, con l'aggravante di un parcheggio interrato di tre piani al posto degli scavi archeologici che hanno messo in luce le fondazioni del quattrocentesco convento di S. Maria del Tempio.
Piazza Pilotta - Centro Storico di Parma |
Anche la Tettoia liberty appare mortificata a ruolo di puro orpello decorativo, installata in posizione sospesa a copertura di una terrazza. In più, la realizzazione di 500 posti auto a 300 metri da Piazza Sant'Oronzo è figlia di un'idea stravecchia: invita chiunque arrivi alle porte di Lecce a tentare l'avventura della ricerca del parcheggio in centro, non tiene conto insomma che in tutta Europa l'obiettivo è quello della “città senza auto”, con i parcheggi di interscambio rigorosamente ai margini dell'abitato.
Oggi finalmente un gruppo di cittadini, di intellettuali, di urbanisti, di storici, di semplici amanti della città sta informando la città sul progetto e chiedendo all'Amministrazione e alla ditta attuatrice del project-financing uno sforzo in più. Sta chiedendo di alzare il livello delle scelte a quegli standard qualitativi europei cui una candidata a Capitale Culturale dovrebbe aspirare. Domenica mattina, nei pressi del maestoso albero di phyitolacca che si trova su viale Marconi, proprio tra il Castello e gli scavi archeologici, si riuniranno i cittadini che hanno a cuore le sorti di quel prezioso spazio urbano, che non è un “vuoto” come viene scritto nella relazione del project-financing, né un “refuso urbano”, ma un luogo densissimo di storia da recuperare al più presto alla città. Attraverso letture di poesie, musica e interventi di esperti verrà presidiato un luogo simbolo di Lecce, per il quale è giusto chiedere molto di più di un banale centro commerciale.
Articolo apparso su La Gazzetta del Mezzogiorno del 5.4.2014
lunedì 7 aprile 2014
giovedì 20 febbraio 2014
Peloponneso: appunti di un viaggio
Con l'approssimarsi della primavera, oggi mi piace postare qualche nota su un bel viaggio nel Peloponneso, sia come promemoria personale, che a beneficio di coloro che passano dal mio blog e possono trarre qualche spunto. Questo il tragitto, effettuato in motocicletta in circa una settimana: http://goo.gl/maps/KE7NH
Partendo da Patrasso, prendere verso ovest incamminandosi tra le serre di
fragole, fino ad Olimpia (visita agli scavi, bellissimi!). Superata
Kalamata (famosa per le olive, ma non per altro), notte a Kardamili,
tranquillo paesino alle porte del Mani, zona fantastica (leggere per credere "Mani" di Patrick
Leigh Fermor, Adelphi)! Il giorno seguente addentrarsi lentamente nel
Mani, la terra più a sud dell'Europa continentale fino a Capo Tenaro, il
faro dei fari, luogo mistico. Nel raggiungerlo, è un piacere guardarsi bene attorno, decine di paesini disabitati con le famose case-torri (Kita, Vathia, ecc.),
panorami da favola, spiagge bellissime soprattutto nel Mani sud-occidentale. Procedere lentamente, gustando il silenzio. Noi
abbiamo pernottato a Gerolimenas, ma non sarebbe male una altra notte
nella magia del Mani.
Dal Mani si esce verso Ghitio, antico porto degli
spartani, che merita uno solo sguardo al lungomare, ma la vera perla
della zona è Monemvasia. La parte antica, sull'isolotto legato alla terraferma da un ponte è
*indimenticabile*. Attenzione: la parte antica è molto turistica e
i prezzi sono altini. Consiglio di dormire in terraferma a Gefira, sul lungomare
sud con vista isolotto (ci sono molti b&b con vista mare). Se riuscite a staccare gli occhi da
Monemvassia, dirigete verso Sparta, ma non fermatevi perchè non c'è
nulla. A pochi km invece c'è Mistras, il vaticano dei bizantini. Un
posto mistico pieno di antichi conventi meravigliosi. Merita uno stop di un
giorno. Ci sono vari posti per pernottare intorno all'albero con la
fontana a Mistrà nuova, proprio sotto la parte antica che è in collina.
Verso nord, ignorate Tripoli e dedicatevi
alla languida Nafplio, vecchia capitale della Grecia, placida città in
stile veneziano, che non dimenticherete. C'è un ufficio turistico,
consigliato il tour guidato e un caffè all'hotel Nauplia Palace, per
vedere tutta la città dall'alto. Il tranquillo "quartiere delle bouganville" è
perfetto per cenare in pace, bei negozietti di artigianato. A Nauplio i
prezzi sono lievemente più alti della media greca, se volete risparmiare
e garantirvi uno dei balconi più belli sul mare e la città è consigliato lo spartano b&b di Dimitris Bekas.
Facendo base a Nauplio, si possono fare le
"obbligatorie" escursioni a Micene (vera immersione nella storia della civiltà, la tomba di Atreo,
la Porta dei Leoni) e al teatro di Epidauro, il più spettacolare dei teatri
greci dove si sente cadere una moneta sin dall'ultimo gradino in alto!
Se avete tempo e voglia, alle porte di Nauplio si visitano pure le
colossali mura dell'antica Tirinto.
Riprendendo la strada dopo i giorni che
dedicherete a Nauplio e all'Argolide, potrete andare verso Corinto dove,
data una sbirciata al Canale, potete gustarvi gli scavi della vecchia Corinto, non
magici come quelli di Micene o Olimpia, ma belli, molto leggibili.
Corinto era una specie di Las Vegas dell'antichità, città che fece arrabbiare San Paolo per la lussuria degli abitanti, piuttosto birbanti.
da www.trainose.gr |
lunedì 18 novembre 2013
"Man" di Steve Cutts
Un corto-animato sul cieco sfruttamento della natura da parte dell'uomo. Da fare circolare per riflettere e tornare a stili di vita meno aggressivi verso il pianeta che ci ospita.
domenica 17 novembre 2013
sabato 16 novembre 2013
Debitocrazia: la morsa del debito che stritola i popoli
Ancora un documentario di Kitidi e Chatzistefanou, questa volta sul debito, una sorta di eroina finanziaria ed economica che uccide interi paesi, con la complicità degli organismi internazionali, delle multinazionali e i governi corrotti. Un documento che viene dalla Grecia, dal cuore di questa strana crisi pagata dal popolo greco, ma che vede "teste pensanti" e i beneficiari sparsi per il mondo. Dal sito http://debtocracy.gr/ si può anche donare qualche euro per finanziare operazioni verità come questa, che viralmente girano il mondo.
mercoledì 13 novembre 2013
Catastroika: l'abisso dietro le privatizzazioni
Un documentario greco di Aris Chatzistefanou e Katerina Kitidi spiega come le privatizzazioni distruggono gli spazi pubblici di democrazia e impoveriscono i paesi. Spegniamo la tv, accendiamo la mente: quello che è accaduto in Grecia è dietro l'angolo in tutti i paesi europei.
ps: per abilitare i sottotitoli visualizza in Youtube e clicca
sulla seconda icona in basso a destra e seleziona "italiano"
Le domande senza risposta
Perché la nostra città non riesce ad organizzare un dormitorio pubblico, con una ventina di posti letto, magari restaurando qualche struttura comunale in disuso?
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